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Categoria: Preparazione agli esami

18 Novembre 2019

Preparazione al Breath Test Helicobacter pylori : poche indicazioni ma importanti

L’esecuzione efficace di questo esame richiede queste poche raccomandazioni.

La sera prima del test si consiglia di consumare un pasto leggero.

Il giorno dell’esame è necessario essere a digiuno da almeno 8 ore ed evitare di fumare.

Per non influenzare i risultati del Test per l’Helicobacter pylori è necessario aver terminato da almeno 4 settimane l’assunzione di:

– farmaci antibiotici
– inibitori della secrezione acida (vedi lista)

E da almeno 4-5 giorni l’uso di antiacidi:

– Acido alginico (Gaviscon)
– Alluminio idrossido e magnesio idrossido (Maalox)
– Magaldrato (Riopan).

Non vi è ragione di ritenere che l’esecuzione del test possa essere dannosa durante la gravidanza e l’allattamento.

Si consiglia di seguire scrupolosamente tutte le indicazioni sopra riportate.

Esecuzione della prova funzionale

=>  Il paziente deve soffiare, attraverso una cannuccia, all’interno di una provetta prima dell’assunzione dell’UREA

=> Successivamente deve bere la soluzione di 13C-UREA diluita in un bicchiere d’acqua

=>  Dopo 30 minuti deve soffiare come in precedenza

Durante tutto il periodo di esecuzione del test, il paziente dovrà aspettare presso il laboratorio senza fumare, bere e mangiare.

Principio del test e valutazione dei risultati

Il  Breath test è un test rapido, non invasivo e sensibile prescritto per valutare la presenza dell’Helicobacter pylori nella mucosa gastrica.

Se l’enzima ureasi prodotto dal batterio è presente, catalizza l’idrolisi (scissione) dell’urea in ammoniaca ed anidride carbonica (CO2). La CO2  prodotta, passa nel circolo sanguigno e viene poi eliminata dai polmoni. L’urea somministrata al paziente presenta l’atomo di carbonio marcato 13 (isotopo innocuo), pertanto in caso di infezione da Helycobacter verrà rilasciata anidride carbonica marcata (13CO2). Il 13C è quantificabile ed indicativo di infezione in corso.

LISTA FARMACI GASTROPROTETTORI
ANTRA (Omeprazolo) PANTORC (Pantoprazolo)
AXAGON ( Esomeprazolo) PARIET (Rabeprazolo)
BIOMAG (Cimetidina) PEPTAZOL (Pantoprazolo)
BRUMETIDINA (Cimetidina) RANIBEN (Ranitidina)
CITIMID (Cimetidina) RANIBLOC (Ranitidina)
CRONIZAT (Nizatidina) RANIDIL (Ranitidina)
DINA (Cimetidina) RANIDIZ (Ranitidina)
EURECEPTOR (Cimetidina) STOMET (Cimetidina)
FAMODIL (Famotidina) TAGAMET (Cimetidina)
GASTRIDIN (Famotidina) TEMIC (Cimetidina)
LANSOX (Lansoprazolo) ULCEDIN (Cimetidina)
LEBLON (Pirenzepina) ULCESTOP (Cloridrato di Cimetidina)
LIMPIDEX (Lansoprazolo) ULCEX (Ranitidina)
LOSEC (Omeprazolo) ULCODINA (Cimetidina)
MEPRAL (Omeprazolo) ULCOMEDINA (Cimetidina)
NIZAX (Nizatidina) ULIS (Cimetidina)
NOTUL (Cloridrato di Cimetidina) ZANIZAL (Nizatidina)
OMEPRAZEN (Omeprazolo) ZANTAC (Ranitidina)
PANTECTA (Pantoprazolo) ZOTON (Lansoprazolo)
PANTOPAN (Pantoprazolo)
18 Novembre 2019

Linee guida da seguire alla vigilia di un prelievo:

DIGIUNO, perché prima del prelievo?

Prima del prelievo viene spesso consigliato di osservare il digiuno, che consiste nell’evitare di assumere cibo o bevande (ad eccezione dell’acqua) per un periodo di almeno 8-10 ore . Il motivo è semplice: a seguito dell’ingestione, gli alimenti e le sostanze complesse vengono scomposte in componenti più elementari, che sono assorbite e riversate poi nel circolo sanguigno. Alcuni di questi elementi potrebbero interferire con l’esito di determinati esami del sangue.

Il digiuno diventa infatti obbligatorio nel caso in cui, tra gli esami da eseguire, rientrassero:

C-Peptide, Colesterolo, Glicemia, Insulina, Trigliceridi, Elettroliti, Calcitonina, Sideremia ed alcuni Test dinamici (come la curva glicemica).

Il digiuno non è strettamente necessario (si può cioè consumare una colazione leggera circa 2 ore prima del prelievo) per gli esami di infettivologia (epatite A, B, C, D, HIV, toxo‐test, citomegalovirus, rosolia, herpes virus, monotest, varicella), per alcuni esami ormonali (progesterone, testosterone, FSH, LH, estradiolo, beta‐HCG) e per i marcatori tumorali (PSA, CEA, Alfa‐fetoproteina, CA 19‐9, CA 15‐3, CA 125).

 

Cosa fare e non fare durante il DIGIUNO

  • Durante il digiuno è consentito bere acqua
  • Si dovrebbe invece evitare di fumare e bere alcolici per tutta la durata del digiuno. Tale astensione diventa di 24 ore se tra gli esami da eseguire rientra anche il test γ-GT o GGT (Gamma-glutamil Transferasi)
  • Il pasto che precede il digiuno deve essere simile a quello abituale (dieta equilibrata), evitando quindi eccessi o restrizioni

ATTIVITA’ FISICA

L’attività fisica svolta i giorni precedenti dovrebbe essere normale evitando eccessi o particolari sforzi fisici.

FARMACI

Prima dell’esame si consiglia di non assumere farmaci che possano interferire con le determinazioni diagnostiche.

E’ tuttavia opportuno informare sempre il proprio Medico o il Personale Sanitario dell’assunzione di particolari farmaci o per chiarire ulteriori dubbi al momento del prelievo.

ALTRI ESAMI:

Per alcuni esami (come il Breath Test al lattosio, oppure il Breath Test Helicobacter pylori) potrebbe essere necessario seguire delle indicazioni dietetiche specifiche.

Parlane sempre con il tuo Medico o segui le indicazioni del Personale Sanitario dei nostri laboratori.

Cerca il Laboratorio più vicino a te  Dove siamo o contattaci qui sul sito.

Ricerca CRIOGLOBULINE

Prima del prelievo il paziente deve seguire la sua dieta abituale, ovvero quella raccomandata dal medico. E’ consigliabile astenersi dal fumo, dal caffè e dall’esercizio fisico, nelle ore precedenti il prelievo venoso. Osservare un digiuno di almeno 10-12 ore.

Raccoglieremo il campione con una siringa e una provetta per sierologia mantenuta ad una temperatura di 37 C°.

Monitoraggio FARMACI

Fenobarbital – Carbamazepina – Fenitoina – Teofillina – Acido Valproico – Digossina – Ormoni tiroidei

I pazienti non devono assumere il farmaco da monitorare la mattina del prelievo.

Prima del prelievo il paziente deve eseguire la sua dieta abituale ovvero quella raccomandata dal medico. E’ consigliabile astenersi dal fumo, dal caffè e dall’esercizio fisico nelle ore precedenti il prelievo venoso. E’ necessario un digiuno di almeno 8-10 ore.

Altre indicazioni utili:

  • Per  informazioni sulle modalità di raccolta di alcuni esami ( Modalità di raccolta per esami più comuni) rivolgiti sempre al Personale del Laboratorio. Cerca quello più vicino a te  Dove siamo o contattaci qui sul sito
  • Se sei a conoscenza di una particolare reazione, informa l’addetto al prelievo in modo che provveda ad eseguirlo in posizione distesa
  • Per qualsiasi disturbo accusato dopo il prelievo avvisa senza indugio il Personale Sanitario

Puoi trovare tutte le informazioni riassunte in questa infografica:

 

Per altri dubbi o informazioni contattaci qui sul sito o cerca il laboratorio più vicino a te.

18 Novembre 2019

L’INTOLLERANZA AL LATTOSIO: vari gradi di deficit.

L’intolleranza al Lattosio è l’incapacità presente in alcuni individui di digerire lo zucchero del latte – il Lattosio – con conseguenti sintomi gastrointestinali quali flatulenza, meteorismo, crampi e diarrea. Ciò è provocato dalla carenza di un’enzima – la Lattasi – che scompone il Lattosio nei due composti più semplici: Glucosio e Galattosio.

Tutte le manifestazioni dei sintomi sono dovute sia all’azione osmotica esercitata dal lattosio, sia all’attività dei batteri del colon che fermentano il lattosio non digerito e provocano la produzione di gas (idrogeno, metano, ecc.) e di altre sostanze.

Occorre precisare che non tutti i soggetti con deficit di lattasi hanno sintomi quando mangiano un alimento contenente lattosio. Il deficit di lattasi non è un fenomeno del tipo “tutto o nulla”, bensì un fenomeno “a scalare”.

In altre parole esistono diversi gradi del deficit: un soggetto affetto da deficit di lattasi può essere in grado di assumere e digerire senza sintomi 12 grammi di lattosio, ma non 20 grammi; un altro soggetto può assumerne senza alcun disturbo 20 grammi, ma non 30.

Il Breath Test, assolutamente non invasivo, aiuta ad individuare con certezza l’intolleranza al lattosio e a classificarla in lieve, moderata e grave favorendo l’individuazione del percorso più adatto per il paziente da parte del medico di fiducia o del professionista in nutrizione.

MODALITA’ DEL TEST: tutto in un soffio

Il test consiste nel fare espirare i soggetti in una sacca ogni 30 minuti, dopo aver assunto una quantità di lattosio. Nell’aria espirata viene poi misurata la quantità di idrogeno. In caso di malassorbimento, il lattosio viene fermentato dalla flora del colon con produzione di idrogeno che risulterà quindi in concentrazione più alta nell’aria espirata dal soggetto; ciò ovviamente non avverrà se il soggetto in studio digerisce normalmente il lattosio. Se la quantità di idrogeno sarà maggiore di 20 parti per milione, potremo definire il soggetto come affetto da malassorbimento di lattosio.

DURATA E PREPARAZIONE al test

Il test ha una durata di 4 ore.

Nei sette giorni prima della data fissata per l’esame, il paziente non deve fare alcuna terapia a base di : ANTIBIOTICI, FERMENTI LATTICI e LASSATIVI. Non deve avere una diarrea importante in corso.
Il giorno precedente l’esame il paziente deve alimentarsi esclusivamente con:

=> COLAZIONE: un bicchiere di tè + fette biscottate*

=> PRANZO: un piatto di riso bollito condito con poco olio*

=> CENA: una bistecca oppure un pesce lesso*

*(Bere solo acqua e non bevande gassate, non assumere frutta, verdura, pasta, pane)

Il giorno dell’esame è necessario essere a digiuno da almeno 8 ore, evitare assolutamente di fumare e di sottoporsi a sforzi fisici eccessivi.

Si consiglia di seguire scrupolosamente tutte le indicazioni sopra riportate.

Esecuzione della prova funzionale

– Campionamento dell’aria espirata prima dell’assunzione di Lattosio. Il paziente soffia in una sacca, espirando l’aria contenuta nei suoi polmoni.

– Assunzione di 20 g di Lattosio disciolti in due bicchieri d’acqua.

– Campionamento dell’aria espirata ad intervalli di 30’ per un totale di 8 campionamenti nell’arco di 4 ore dall’ingestione del Lattosio.

Durante tutto il periodo di esecuzione del test, il paziente dovrà aspettare presso il laboratorio senza fumare, bere e mangiare ed evitare di appisolarsi.

Principio del test e valutazione dei risultati

L’analisi dell’aria espirata permette di misurare la differenza nella produzione di molecole H2 (idrogeno) e CH4 (metano) emesse tra l’espirazione basale e le successive. L’incremento, rispetto al valore basale, della produzione di gas di almeno 20ppm (parti per milione) dall’ingestione del lattosio, è indicativo di intolleranza al lattosio.

PRENOTA IL TUO BREATH TEST, cerca il laboratorio più vicino a te.

SIAMO A TUA DISPOSIZIONE, per maggiori informazioni contatta il nostro esperto qui.

18 Novembre 2019

Bambini: come rendere il prelievo il più possibile indolore?

Se è necessario affrontare una situazione potenzialmente stressante, spesso si tende a nascondere ai bambini quello che avverrà. Si pensa infatti di risparmiare loro l’ansia dell’attesa.

In realtà i bambini sono bravissimi a percepire la stessa ansia dei loro genitori e sicuramente non gradiscono scoprire di essere stati tenuti all’oscuro. Hanno invece già sperimentato che possono affidarsi alle scelte dei loro genitori ed avere fiducia in loro.

Cosa fare allora?

I bambini con meno di tre anni non sono ancora in grado di esprimere verbalmente le loro emozioni; di conseguenza si esprimono con il pianto. Se  il bambino cade mentre gioca e si fa male, più che per il dolore piange per lo spavento. A volte, prima di piangere, si gira ad osservare la reazione del genitore: se il viso del genitore è tranquillo per il bambino significa che non è successo nulla di grave, spesso si rialza e continua a giocare; se invece il viso del genitore è spaventato, allora il bambino scoppia in un pianto disperato.

Per questo è bene mantenere sempre la calma per trasmettere al bambino il messaggio: “stai tranquillo, è tutto sotto controllo”.

Preparare i nostri piccoli li aiuterà ad affrontare meglio la situazione, senza la paura di ciò che non si conosce. Come? Anticipando loro questa “prima volta” e spiegando a grandi linee come avverrà.

Se il vostro bambino ha meno di 3 anni è meglio avvertirlo solo due o tre giorni prima. E’ importante dire che andrà in laboratorio con la mamma, il papà o un’altra persona familiare e ripetere le spiegazioni più volte per rassicurarlo.

Se il vostro bambino ha tra 4 e 10 anni, la spiegazione semplice e veritiera potrà essere data una settimana prima per permettergli di riflettere e fare domande.

Chiedere sempre se e quale giocattolo vuole portare con se in laboratorio. Potrebbe inoltre essere utile paragonare il prelievo alla puntura di una zanzara. Di sicuro non è opportuno proiettare sui nostri figli eventuali fobie personali degli aghi o del sangue.

Se uno dei genitori è meno ansioso, è consigliabile che sia lui/lei ad accompagnare e rassicurare il bambino.

Infine, è sicuramente controproducente usare la figura del medico come “minaccia” per convincerli a fare qualcosa: interiorizzerebbero la figura medica come un pericolo. Consigliamo invece di rendere questa figura familiare e magari portare il bambino con sé in occasione del proprio prelievo, facendo notare che è una procedura senza pericoli o particolare dolore.

Dire sempre la verità in modo appropriato aiuta i bambini ad affrontare le difficoltà. Se i genitori sono i primi ad agitarsi per il prelievo, il bambino percepirà l’eccezionalità della situazione e la vivrà probabilmente in maniera conflittuale.

Dopo il prelievo è infine necessario rinforzare gli aspetti positivi della nuova esperienza. Si farà in modo di sottolineare il coraggio dimostrato e si farà notare che non si trattava di una situazione dolorosa o di cui avere paura. Ormai il prelievo non potrà più spaventare!